Le residenze d’artista si stanno affermando da alcuni anni quale fenomeno tra i più rilevanti e consistenti della scena contemporanea italiana. Ma, come spesso accade con quanto segue vie autonome di sviluppo, manca una percezione complessiva che indaghi motivazioni e dinamiche portanti. Proviamo a fare un po’ di ordine.
Al di là di alcune anticipatrici ma ancora non strutturate esperienze d’inizio Novecento, la pratica dell’ospitalità per artisti in luoghi destinati a ciò, tesa a dare impulso alle ricerche e alla creazione di opere, si delinea in modo forte a partire dagli Anni Sessanta. È in questo periodo che le residenze si conformano secondo due diverse tipologie: da una parte l’isolamento in un sito ameno quale fuga dalla frenesia e dagli artifici della società borghese, fissando come obiettivo principale la riflessione sulla propria individualità; dall’altra l’incontro con realtà particolari, per fare della conoscenza reciproca un mezzo di riavvicinamento fra arte e comunità.
Come prevedibile, poiché relativa ai movimenti che hanno reso il nostro contesto globalizzato, è la seconda modalità a essersi imposta. Un esito considerevole: se gallerie, musei e fiere, tranne casi eclatanti o prevedibili tendenze, non riescono a ottenere un reale coinvolgimento di certe fasce di popolazione, al contrario le residenze, rispondendo in modo genuino a un desiderio di confronto generalizzato, si rivelano un’opportunità preziosa di cambiamento.
Il coinvolgimento collettivo fa pensare che il panorama artistico stia mutando e che tale mutazione sarà sempre più evidente in futuro, sia perché il modo dell’esperienza – se strutturato con cognizione e vissuto con apertura – si presta a lasciare un’impronta duratura, potenzialmente più viva di quella conseguente alla ricerca in studio o al rapporto con il curatore; sia perché le opere più o meno permanenti prodotte al termine dei percorsi, richieste tranne i casi in cui si presenta una documentazione, diverranno parte di una costellazione artistica territoriale.
L’Italia all’apparenza presenta un quadro variegato di iniziative. Si va dall’associazione che mette a disposizione spazi e strumenti al contest che riserva in premio un periodo di permanenza, dall’azienda che accoglie per convinzione in un’idea alternativa d’imprenditorialità al museo promotore di nuovi talenti. E poi ovviamente ci sono le Accademie straniere, che hanno sede a Roma in gran numero. Si tratta quindi di una situazione ideale? Non esattamente. Esiste una carenza che non è di tipo quantitativo – in tal senso si rileva persino un’eccedenza nelle proposte – ma di ripartizione: se l’attività dal fronte non profit è fremente ma ancora poco preparata nel reperimento e nella gestione dei fondi economici, il sistema industriale in grande proporzione dimostra di non credere nell’investimento se non in ottica speculativa (anche se tale discorso meriterebbe un approfondimento specifico, poiché è d’altra parte vero che la forma tradizionale di sponsorizzazione, con le sue dinamiche passive e persino assistenzialistiche, da tempo ha palesato i propri limiti), il settore pubblico, invece, soffre la consueta tentazione del “rattoppo”, ritenendo con il patrocinio o il finanziamento una tantum di poter risolvere un problema enorme, cioè la possibile applicazione di politiche finalizzate alla cultura prima che al consenso.
Tutto ciò riguarda il contesto, ma esiste anche una contraddizione interna alle residenze, relativamente alle evoluzioni in atto. Data la loro costituzione, se tali esperienze vengono sottratte alla dimensione di libertà e scambio che le genera perché diventino un mero fattore di valutazione qualitativa dei curricula – si legga: più importante è il promotore, maggiore lustro avrà la carriera individuale – allora il destino sarà la standardizzazione nell’offerta e il prevalere della necessità sulla sincerità nella partecipazione. Per fare una corretta valutazione su quanto potrà accadere, è necessario comprendere come funziona esattamente una residenza, in relazione al contesto internazionale. Proprio di questo tratteremo nella prossima puntata. Intanto qui di seguito una selezione di progetti sparsi nel Nord Italia.
MILANO
La vitalità culturale si riflette anche nella proposta di residenze d’arte. Tra le più significative, l’ormai ventennale programma di Viafarini: i selezionati tramite bando risiedono per periodi variabili in appartamenti autonomi, disponendo di servizi di documentazione e sostegno alla produzione. È previsto un contributo economico che può essere coperto tramite borse di studio e partnership. Una selezione di tre emergenti dall’Archivio Viafarini DOCVA la trovate su ogni numero di Artribune Magazine nella pagina dei “talenti”. FARE è l’associazione alla base della rete artinresidence.it e del progetto Global Art Program, che prevede uno scambio tra venti artisti italiani e venti stranieri nel periodo 2010/2014 in vista di una mostra per l’Expo del 2015. Anche Cardi Black Box entra nel circuito delle residenze con LevelOnepresso la Masseria pugliese Torre Maizza, un’opportunità di sviluppo per talenti internazionali; durante il periodo di permanenza vengono organizzati open studio e talk con critici e curatori, fino alla realizzazione di un’opera site specific.
www.viafarini.org
www.farearte.org
www.cardiblackbox.com/residenze.php
BERGAMO
The blank artist in residence è un relativamente nuovo progetto di residenza nato dalla collaborazione fra l’Accademia di Carrara di Belle Arti, la GAMeC e la Fondazione Banca Popolare di Bergamo. Ogni anno una commissione di vari operatori seleziona un artista che, dopo il periodo di ricerca, conclude il percorso con una personale presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.
www.theblankresidency.it
VALCAMONICA
Ampio progetto che indaga il rapporto tra cultura contemporanea e ambiente montano attraverso differenti iniziative, Aperto prevede anche una residenza. Ogni anno gli artisti sono invitati a realizzare opere site specific su un tema.
vallecamonicacultura.it/aperto2012
TORINO
Il capoluogo piemontese è probabilmente la città che dimostra maggiore originalità.Bivaccourbano di Progetto Diogene, collettivo di artisti, prevede una permanenza di varie settimane su un tram allestito come un’unità abitativa, con la possibilità di presentare il proprio lavoro attraverso incontri e un’esposizione. Resò – il nome riporta al significato francese ‘rete’ – è un progetto che, oltre a coinvolgere diversi soggetti regionali, realizza scambi con Egitto, Brasile e India; ogni anno i risultati delle esperienze vengono presentati ad Artissima. In modo analogo l’associazione non profitKanincehenhaus con Viadellafucina organizza residenze nella particolare forma del gemellaggio. Per la prima edizione sono state selezionate quattro coppie di artisti, ospitati nella zona di Porta Palazzo, il più grande mercato aperto d’Europa.
www.progettodiogene.eu
www.reso-network.net
www.kaninchenhaus.org
OMEGNA
Derivato dalle precedente esperienza non profit di Mars, Cusio Artist Residency Spaceoffre alloggio e un grande spazio di lavoro agli artisti selezionati tramite bando. Si conclude con un’esposizione collettiva nel white cube ricavato da un ex-stabilimento industriale. Elemento fondamentale anche il rapporto con le eccellenze artigianali del distretto industriale locale.
www.carsomegna.com
RIVA DI CHIERI
La Fondazione Spinola Banna per l’Arte propone un programma di formazione postuniversitario under 35 supervisionato da artisti già affermati. Ogni worshop si conclude con un momento d’incontro, non necessariamente espositivo.
www.fondazionespinola-bannaperlarte.com
Venezia, Atelier BLM 2012 – Artisti in residenza alla Fondazione Bevilacqua La Masa – Cap I, Giudecca from Artribune Tv on Vimeo.
VENEZIA
La città lagunare vanta una fra le realtà più note a livello nazionale: la Fondazione Bevilacqua La Masa ogni anno ospita 12 artisti, e a ciò si aggiunge BLM Art in residence per permanenze più brevi di artisti stranieri, nonché collaborazioni con altre realtà similari quali Pastificio Cerere e TESECO. Arte Laguna ha inserito tra i premi anche quattro residenze distribuite tra Venezia, Mumbai, Slovenia e Basilea.
www.bevilacqualamasa.it
www.premioartelaguna.it
BELLUNO
Dolomiti Contemporanee è un progetto in rapidissima crescita che relaziona arte e ambiente nello scenario delle Dolomiti, recuperando spazi espositivi non convenzionali. L’ultima edizione ha previsto una residenza nel Blocco di Taibon Agordino, un’ex fabbrica di occhiali da ora utilizzata anche per esposizioni.
www.dolomiticontemporanee.net
TRENTO
Opificio delle Idee è una piattaforma per creare occasioni di collaborazione, attraverso un programma di residenze e di workshop, fra artisti, architetti, designer e realtà aziendali. La prima edizione ha scelto come tema la trasparenza, intesa come necessità di rendere chiari i meccanismi di produzione culturale e imprenditoriale.
opificiodelleidee.tumblr.com
Matteo Innocenti
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #10