Tenuta dello Scompiglio, Lucca – fino al 19 gennaio 2014. Suono e movimento. Cercare con la sperimentazione il punto di contatto possibile fra tecnologia avanzata e natura organica. Roberto Pugliese presenta una nuova installazione, tra sound art ed electronic music…
Le estensioni per profondità e altezza dello SPE – Spazio Performatico ed Espositivo, unite a una disposizione chiusa – condizioni che lo rendono un contenitore “ideale” -, sembrano d’esortazione agli artisti per un confronto che, seppur di necessità formalizzato in elementi esteriori, esprime una forte carica d’introversione. Come precedentemente Spazio#06 di Gian Maria Tosatti, Emergenze acustiche di Roberto Pugliese (Napoli, 1982) appare come una rappresentazione essenziale ma totalizzante della propria ricerca artistica al momento presente.
L’installazione è composta da ottanta speaker contenuti in altrettanti cilindri in plexiglas di varia dimensione e con funzione di cassa di risonanza; il segnale sonoro, composto con un software specifico e inviato ai diffusori tramite ordinatissimi fasci di cavi, è una composizione di frequenze correlate alle quantità della Tenuta dello Scompiglio: visitatori, esposizioni, litri di olio e vino prodotti ecc. Oltre l’impatto visivo iniziale, l’opera assume la sua conformazione complessiva grazie alla serie di interazioni che si generano attraversando l’ambiente, poiché in base a dove ci si trova e agli spostamenti che si scelgono si avranno percezioni uditive particolari e quindi un’impressione dell’insieme variabile.
Emergenze acustiche esprime sicurezza sul piano visuale e tecnico mentre il fattore numerico di correlazione tra opera e luogo, riferimento alla teoria generale dei sistemi di Ludwig von Bertalanffy ed elemento fondamentale per l’artista, questa volta è meno riuscito. In Pugliese è particolarmente interessante il tentativo di approfondire la dimensione “organica” possibile della tecnologia: perché, se sappiamo che new media e strumenti raffinati inducono a una pericolosa alterazione e virtualità degli stati emotivi – ne va della stessa percezione della realtà -, parallelamente l’evoluzione della tecnica crea stringenti punti di contatto con la nostra dimensione corporea. Appunto questi ambienti sonori, che risultano artificialmente da dati naturali o comportamentali umani, indicano la necessità di una sintesi positiva tra ciò che siamo come esseri viventi e quanto usiamo come esseri sociali.
Che la resa complessiva sia sempre molto corretta, tendente alla perfezione, potrebbe alla lunga girarsi a sfavore del suo autore, rivelando nell’eccessiva volontà di controllo un’attenzione più formale che sostanziale alle componenti del discorso. Una maggiore apertura al fattore casuale, all’eventualità dell’errore, potrebbero sortire effetti imprevisti e vivificanti per una ricerca così rigorosa.
Matteo Innocenti
(Artribune)
Lucca //
Roberto Pugliese – Emergenze acustiche
a cura di Angel Moya Garcia
TENUTA DELLO SCOMPIGLIO
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