#03 La truffa del sociale

Essendo tutta l’arte dentro il tempo, condizione necessaria a ogni cosa per esistere, anch’essa deve inevitabilmente portare in sé i segni del proprio momento. Ciò non significa che l’opera artistica riguarda la società in cui viene generata, ma che riguarda anche la società in cui viene generata. In questo caso la congiunzione ha una potere di differenziazione

#02 Prontuario per artisti rampanti

Ci sono tanti modi di costruirsi una carriera nei diversi ambiti, e certo questo vale anche per l’arte. Adesso come nei secoli scorsi – non sarà l’idealismo romantico a salvarci – il sistema artistico contempla una serie di norme, codici, mondanità utili ad essere creduti e rispettati quali autori di grido. Si tratta di un

#01 Elogio della Santa Ignoranza

Certe volte in penombra per un effetto di seduzione, altre al chiarore accecante di lampade al neon o soltanto con il bagliore incostante dei monitor; qualunque sia il tipo di luce lo sguardo non può sottrarsi alla constatazione della qualità più evidente e costante – con un’amarezza variabile secondo la disposizione a mentirsi: ci sono

TUM

TUM è un gruppo aperto di artisti, una rete di luoghi variabile, una traccia modificata nel tempo, un insieme di arte visiva, teatro, danza, musica e letteratura Progetto: TUM è un collettivo formato da artisti e da persone interessate alle espressioni contemporanee, con l’obiettivo di organizzare una serie di eventi inerenti le arti visive, il

Faust in laguna

Se l’anno scorso il riconoscimento a un film mediocre determinò soprattutto delusione e indifferenza, questa volta il Leone recupera in pieno il proprio splendore. La perla di Sokurov, un Faust visionario che annulla la distinzione fra uomo tentato e diavolo tentatore, è un’opera che lascerà un segno duraturo. E anche l’Italia esprime qualche nota di

Making Wor(l)ds – il cinema di Lukas Moodysson

Con un gioco minimo di parole è possibile trasformare il titolo scelto dal direttore Daniel Birnbaum per la 53. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, cioè Making Worlds, in un più agile Making Words,passando così dal contesto della creazione a quello del linguaggio. Non sarebbe certo un’operazione illecita perché se per fare il mondo occorre un atto, per descriverne

TUM Exchange – Vanni Meozzi – Shine

Il progetto TUM EXchange termina con Shine di Vanni Meozzi ,il 19 luglio presso spazioK. Nelle evoluzioni dell’arte contemporanea le differenze fra media e modalità si sono assottigliate fino all’eliminazione, portando tra le conseguenze principali l’identità di opere immateriali e materiali; è frequente che un gesto possa richiedere attenzione e approfondimento al modo di un oggetto. Il fattore di

TUM Exchange – Kinkaleri – tRitolo|All!

Il progetto TUM EXchangeprosegue con tRitolo|All! di Kinkaleri ,il 28 giugno 2012 presso S.A.A.M Ho alcuni elementi di partenza del progetto Kinkaleri tRitolo|All!, dati nella forma aperta dell’intuizione. Sono frasi originate dal possesso della propria identità, che si trasforma in stile; William Seward Burroughs ha provato sulla propria pelle il brivido della perdizione e la forzatura dei limiti

TUM Project- Come e quando si dice arte – Contemporanea ’11 – Interno8

INTERNO 8 FESTIVAL CONTEMPORANEA  ’11   TUM Project – come e quando si dice arte a cura di Matteo Innocenti venerdì 23 settembre 2011 Via Genova 17 – 59100 PO   Post ogni movimento. Saturazione visiva del visibile. Ogni definizione già troppo definita. Insomma, che cosa mostrare ancora? Tum si è scelto come primo obiettivo d’indagare quei meccanismi che al

TUM² – Lucilla Bellini + Jacopo Jenna – SAAM

Il percorso estivo di installazioni site-specific di Lucilla Bellini, Jacopo Jenna, Manuela Menici e Vanni Meozzi, impostato alla Rocca di Carmignano sulle possibilità e sulle necessità di un ambiente aperto, trova nello spazio SAAM la dimensione idonea per un approfondimento. Ed è stata appunto questa esposizione “al quadrato”, in cui gli artisti del gruppo rivelano

TUM² – Manuela Menici + Vanni Meozzi – SAAM

Il percorso estivo di installazioni site-specific di Lucilla Bellini, Jacopo Jenna, Manuela Menici e Vanni Meozzi, impostato alla Rocca di Carmignano sulle possibilità e sulle necessità di un ambiente aperto, trova nello spazio SAAM la dimensione idonea per un approfondimento. Ed è stata appunto questa esposizione “al quadrato”, in cui gli artisti del gruppo rivelano

TUM Island

15 e 26 luglio 2011   TUM island, il primo evento del collettivo, si è imposto come inizio importante e complesso, in quanto tentativo di “trasformare” un luogo specifico – in questo caso la Rocca di Carmignano, punto panoramico tra i più belli della toscana – in qualcosa di diverso: un’isola di arte, creatività e sperimentazione. Se il risultato

Jacopo Jenna – In/Visible – Interno8

Interno 8  Jacopo Jenna In/Visible a cura di Matteo Innocenti Il giorno martedì 22 giugno 2010 a Prato prende il via il progetto zonaviagenova con un’apertura coordinata di studi d’artista e spazi espositivi per l’arte contemporanea: Interno 8, Magazzino 1b, Studio Corte 17, Studio MDT, Vault. Video installazione e fotografia in scambio naturale e prolifico:

Adi Nes – Deposizione

Ebreo immigrato di padre iraniano e madre curda, cresciuto in un insediamento nel deserto del Negev, artista e omosessuale dichiarato,Adi Nes (Kiryat Gat, 1966; vive a Tel Aviv) è nella sua stessa persona una manifestazione del carattere eterogeneo del popolo israeliano. Appunto tra le contraddizioni numerose e urgenti che informano il sionismo, l’artista seleziona ed evidenzia

Francesco Carone – Golem

L’intervento di Francesco Carone (Siena, 1975) nella Galleria SpazioA combina in forma nuova la pregnanza esoterico-ironica della precedente personale Maelström alla componente concettuale dell’installazione per Ex3, Horror Vacui. La particolarità è che, invece di una prevedibile addizione, il risultato consiste in una sintesi essenziale, riducibile a soltanto due termini: il titolo e la noce. Golem viene inteso dall’artista nel senso originario

All’evidenza dei fatti, la Fondazione Trussardi rappresenta una delle realtà italiane più strutturate ed efficaci nella promozione dell’arte contemporanea, con quasi un decennio di attività segnata dai forti investimenti dell’azienda e dal rapporto “privilegiato” tra Massimiliano Gioni e un nutrito gruppo di autori internazionali al vertice. Dalla proposta complessiva è emersa ed emerge una tendenza

Charles Avery – Onomatopoeia part I

Charles Avery (Oban, 1973; vive a Londra) dal 2004 lavora in progressione continua, dunque senza ripensamenti né variazioni sostanziali, a un identico, enorme progetto. Riproponendosi un compito non da poco, dato che l’artista “demiurgo” sta creando un mondo alternativo rispetto al nostro, ma ugualmente verosimile. Nella fantasiosa realtà di Onomatopoeia, città centrale dell’isola The Island, la cui cartografia è rappresentata

Gianni Colombo – Retrospettiva 1959 / 1993

Compromessa dal sospetto, talvolta giustificato, di ridurre l’espressione artistica allo status di curiosità poco significante, l’arte cinetica non ha goduto né gode tuttora di un apparato critico particolarmente approfondito. La consistenza incerta di molte opere che le appartengono, sospese come sono tra esperimento percettivo e ludicità fine a se stessa, tracciano un limite ambiguo oltre

Arte in poltrona

Sebbene ancora sia mantenuta la divisione categorica tra cinema di narrazione e cinema d’arte – quando la stessa consistenza delle definizioni, approssimativa fino all’assurdo, segnala l’urgenza di un ripensamento critico – a Firenze per un periodo di quattro giorni è l’affluenza spontanea e numerosa di un pubblico composito a nullificare ogni limite di genere. Tale

Michael Lin – The colour is bright the beauty is generous

Coerente alla base che ne determina l’arte, Michael Lin (Tokyo, 1964; vive a Shangai e Parigi) assimila la sua grande retrospettiva italiana a un’occasione di manifesta convivialità: modificando le sale del Museo Pecci a immagine della propria abitazione, l’artista invita il pubblico a sperimentarne gli ambienti, gli oggetti e quant’altro. L’operazione, realizzata in collaborazione con l’atelier giapponeseBow

L’evento immobile. Annunciazioni

Contrattempi, incantamenti, lo sguardo ostinato; la quarta declinazione dell’Evento immobile – collettiva d’arte contemporanea presso Casa Masaccio, quest’anno in collaborazione con il Man di Nuoro – si riferisce in modo originale al topos dell’Annunciazione cattolica. All’idea centrale e ossimorica di un avvenimento che, pur accadendo, resta fissato, viene accordandosi uno dei motivi basilari della più diffusa religione occidentale:

Francesco Carone – Simon Roberts

Prossimo al compimento del primo anno di attività, con un bilancio pregevole per qualità delle proposte e riscontro del pubblico, Ex3 prosegue nella proposizione simultanea di due artisti distinti, in questo caso, peraltro, quasi coetanei. Francesco Carone (Siena, 1975) presenta, nella grande sala centrale, l’installazione site specific Horror vacui. Elaborando del titolo l’accezione connessa alla critica d’arte,

Vanessa Beecroft: quando la modella è statuaria

Controversa, celeberrima, fra le (poche) artiste italiane note e rinomate nel mondo. È Vanessa Beecroft. L’abbiamo incontrata nel giorno della “sua” performance alla Biennale di Carrara… Iniziamo dal presente: quali sono i tuoi progetti? Per il futuro sto lavorando a un’importante opera che si concretizzerà nel corso del 2011, a New York. Invece l’ultima performance

Jan van der Ploeg & Thom Puckey – The Prato Project

Lo spazio progettuale del Centro Pecci, stavolta utilizzato in tutta l’estensione di circa 50 metri di lunghezza, propone una personale “combinata” degli artisti Thom Puckey (Bexley Heath, 1948; vive ad Amsterdam) e Jan van der Ploeg (Amsterdam, 1959). Il tentativo, già sperimentato nel 2008 presso l’Aschenbach and Hofland Galleries della capitale dei Paesi Bassi, e consistente nell’instaurare una relazione

S-Coppola all’italiana

Nuove intenzioni, direttore d’esperienza e giuria composita. Gli ingredienti del successo sembravano esserci tutti. E invece il festival veneziano del cinema ha tradito le aspettative. Responsabilità delle selezioni o mediocrità delle opere? A conclusione degli entusiasmi, dei clamori e delle sfilate in ripetizione lungo il red carpet, l’ultima edizione del Festival del Cinema si lascia dietro una

Ragnar Kjartansson – Me and My Mother

È un’intrigante e piacevole meccanismo ironico a far sì che le opere diRagnar Kjartansson (Reykjavik, 1976) procedano agilmente fra i temi opposti della vita e della morte. Partendo da un codice noto – assimilabile allo sketch cinematografico e televisivo, ma rispetto ad essi allungato nella durata, per la ripetizione assurda di un medesimo atto – sono