Bert Theis ha un’aria molto cordiale; ad osservarlo mentre si sposta, parla, scatta fotografie se ne ricevono impressioni d’armonia ed equilibrio. È lui quest’anno a occuparsi della curatela di Territoria 4, un progetto ampio e complesso con cui – proponendo elementi culturali avanzati ove di norma non arriverebbero – si mira a instaurare un rapporto effettivo fra l’arte contemporanea e la quotidianità.
Difatti, come già in passato, oltre al centro cittadino di Prato l’evento coinvolge località che, pur rientrando nella rete provinciale, non sono troppo note fuor di toscana: Carmignano, Seano, Montemurlo, Cantagallo.
Ma se nelle precedenti edizioni si avvertiva ancora una certa disorganicità d’insieme, con la nuova occasione tale difetto muta in consapevole diversificazione. Theis ha infatti seguito una linea precisa, esplicabile per tramite di un suo stesso aneddoto: “Quando ero bambino, in Lussemburgo, mio padre aveva un bar; dato che facevamo il caffé più buono diventammo un punto di ritrovo per voi italiani, e così imparammo a conoscerci. Allora eravate il gruppo di immigrati più numeroso, come adesso, qui a Prato, lo sono i cinesi”.
Ebbene, il termine chiave è ‘integrazione’, una parola di solito abusata dal buonismo superficiale, qui invece idoneamente studiata e verificata in tutta la sua estensione. La valenza primaria su cui pare concentrarsi l’indagine è quella temporale, considerata nelle sue diverse sfaccettature: quella diacronica, per cui il processo integrativo può attuarsi solo in periodi lunghi e per mezzo di dinamiche naturali, prima che intenzionali; e quella sincronica, che all’opposto suggerisce come ogni intervento, anche se oggi minimo, contribuirà in maniera fondamentale ai grandi mutamenti del domani.
L’arte ha la forza d’inserirsi nel secondo contesto. Non essendo per necessità legata al senso comune (logica, regole, abitudini e così via), può creare brevi ma intensi shock, ovvero episodi che, sfuggendo alla normalità, ci permettono di ri-considerare aspetti del reale già classificati.
Di conseguenza Theis, e i colleghi da lui selezionati, hanno scelto come impostazione il work in progress. Tutte le opere esposte sono realizzate o comunque riproposte in base alla specificità di Prato; quanto avviene nelle vie e nelle piazze della città e dei suoi comuni ingloba in sé le reazioni della gente, i segni lasciati sull’ambiente, gli imprevisti, i ricordi. Anche il sito internet di riferimento si conformerà alla pratica, con aggiornamenti e contributi aggiunti per tutto il periodo della manifestazione.
Gli artisti sono in maggioranza, ma non in maniera esclusiva, italiani e cinesi. Alcuni tra gli altri: Saso Sedlacek utilizza una macchina assemblata con pezzi di computer obsoleti, il già noto Beggar Robot, per chiedere l’elemosina e dimostrare come la solidarietà sia più facile quando al contatto diretto umano si sostituisce un’interfaccia tecnologica; il museo aero solar, opera collettiva iniziata dall’argentino Tomas Saraceno, è uno spazio espositivo volante fatto di sacchetti di plastica variabili per dimensioni e colore; Xu Tan, tra polemiche e incomprensioni, installa in piazza del Duomo un edificio di plastica intrecciata, al cui interno si cantano i brani karaoke di Alek O. (il fine congiunto è di favorire incontri amichevoli tra sconosciuti); Marco Colombaioni riflette sul dominio coloniale, richiamando con le sue maschere-feticcio i temi dello scontro razziale e della vergogna.
Ricordiamo anche Andrea Abati, Paola di Bello, Jiang Zhi, Jun Yang, il progettoKings, Kuang-Yu Tsui, Anri Sala, Mirko Smerdel e Yang Jiechang.
Tanti nomi, che insieme definiscono il senso del titolo associato a Territoria 4, ossiaIl grande balzo: provare a saltare l’ostacolo delle reciproche incomprensioni, convincersi che nel confronto tra culture diverse l’unica via percorribile è l’apertura mentale, cioè proporre qualcosa di sé accettando qualcosa dell’altro.
Prassi che richiedono una nuova coscienza, diversa da quella dominante, che ancora si basa su distinguo netti come superiore e inferiore, buono e cattivo, noi e loro.
Matteo Innocenti
Territoria 4 – Il grande balzo
a cura di Bert Theis
Sedi varie – Prato e provincia