ittà molto diverse le cui fondazioni bancarie, per successione di casualità, scelgono di esporre congiuntamente le raccolte d’arte di appartenenza: così nei due piani di Palazzo Fabroni trova ospitalità la combinazione delle collezioni pistoiese e veneziana.
Da decenni Pistoia pratica un’operazione che, secondo le parole della stessa curatrice Lara-Vinca Masini, detiene caratteri di assoluta eccezionalità. Difficilmente infatti si troverà nel panorama italiano un’altra provincia che abbia acquistato e conservato tante opere con l’obiettivo, preciso, di promuovere il meglio dell’arte locale.
Allo stato attuale il risultato è una selezione pittorica a tal punto varia – nella dinamica di ispirazioni, riferimenti e omissioni interni ai dipinti – da divenire esemplificativa di processi ben più ampi. Nel passaggio tra le sale si scoprono i primi segnali avanguardisti degli inquieti quanto ricettivi Andrea Lippi e Mario Nannini, entrambi scomparsi giovanissimi, quindi i contributi essenziali di Galileo Chini,Antonio Michelucci, Marino Marini, Agenore Fabbri,Mario Nigro, per arrivare, scorrendo generazioni appartenenti a decadi successive – mentre nel contesto internazionale si producevano fenomeni quali l’astrazione, il ritorno all’ordine, la pop art – al presente di Federico Gori eZoè Gruni.
A questo si aggiungono i numerosi interventi site specific distribuiti sul territorio, con particolare riferimento al recente padiglione cittadino di emodialisi (per la cui formazione, perseguendo un’innovativa idea di arte “terapeutica”, hanno partecipato personalità del calibro di Sol LeWitt, Daniel Buren, Hidetoshi Nagasawa, Robert Morris,Claudio Parmiggiani).
Tramite un intenso lavoro di ricerca e un allestimento armonioso, la curatrice è riuscita a mettere bene in evidenza il senso della raccolta, ovvero il legame proficuo tra una salda identità territoriale e un aprirsi costante alle novità artistiche europee; il quadro particolare di Pietro Bugiani, Madonna col manto rosso, sintesi sorprendente tra atmosfera rinascimentale e stesura cromatica post-impressionista, si dà come emblema dell’intera dinamica.
Il prossimo compito della Fondazione, già nelle intenzioni, sarà di trovare una sede stabile e consona per l’importante, inedita collezione.
La raccolta veneziana invece s’incentra su nomi di provenienza nazionale, poiché il suo fine è di dare una testimonianza generale della celebre Biennale, dalla fondazione nel 1895 a oggi. Dipinti, vetri e fotografie si alternano nella rappresentazione dell’evento protagonista: la lunga genesi che ha trasformato la scena artistica lagunare da appendice di maniere accademiche – non a caso risale al 1908 la nascita della più “libera” Fondazione Bevilacqua La Masa – a centro mondiale di sperimentazione e confronto.
Più che estetico, il valore della raccolta presentata da Enzo di Martino è di tipo storico, corrispondendo alla capacità evocativa di condensare al presente un secolo colmo – in arte e quindi nella società complessivamente – di scoperte, perdite, provocazioni e conquiste.
Da decenni Pistoia pratica un’operazione che, secondo le parole della stessa curatrice Lara-Vinca Masini, detiene caratteri di assoluta eccezionalità. Difficilmente infatti si troverà nel panorama italiano un’altra provincia che abbia acquistato e conservato tante opere con l’obiettivo, preciso, di promuovere il meglio dell’arte locale.
Allo stato attuale il risultato è una selezione pittorica a tal punto varia – nella dinamica di ispirazioni, riferimenti e omissioni interni ai dipinti – da divenire esemplificativa di processi ben più ampi. Nel passaggio tra le sale si scoprono i primi segnali avanguardisti degli inquieti quanto ricettivi Andrea Lippi e Mario Nannini, entrambi scomparsi giovanissimi, quindi i contributi essenziali di Galileo Chini,Antonio Michelucci, Marino Marini, Agenore Fabbri,Mario Nigro, per arrivare, scorrendo generazioni appartenenti a decadi successive – mentre nel contesto internazionale si producevano fenomeni quali l’astrazione, il ritorno all’ordine, la pop art – al presente di Federico Gori eZoè Gruni.
A questo si aggiungono i numerosi interventi site specific distribuiti sul territorio, con particolare riferimento al recente padiglione cittadino di emodialisi (per la cui formazione, perseguendo un’innovativa idea di arte “terapeutica”, hanno partecipato personalità del calibro di Sol LeWitt, Daniel Buren, Hidetoshi Nagasawa, Robert Morris,Claudio Parmiggiani).
Tramite un intenso lavoro di ricerca e un allestimento armonioso, la curatrice è riuscita a mettere bene in evidenza il senso della raccolta, ovvero il legame proficuo tra una salda identità territoriale e un aprirsi costante alle novità artistiche europee; il quadro particolare di Pietro Bugiani, Madonna col manto rosso, sintesi sorprendente tra atmosfera rinascimentale e stesura cromatica post-impressionista, si dà come emblema dell’intera dinamica.
Il prossimo compito della Fondazione, già nelle intenzioni, sarà di trovare una sede stabile e consona per l’importante, inedita collezione.
La raccolta veneziana invece s’incentra su nomi di provenienza nazionale, poiché il suo fine è di dare una testimonianza generale della celebre Biennale, dalla fondazione nel 1895 a oggi. Dipinti, vetri e fotografie si alternano nella rappresentazione dell’evento protagonista: la lunga genesi che ha trasformato la scena artistica lagunare da appendice di maniere accademiche – non a caso risale al 1908 la nascita della più “libera” Fondazione Bevilacqua La Masa – a centro mondiale di sperimentazione e confronto.
Più che estetico, il valore della raccolta presentata da Enzo di Martino è di tipo storico, corrispondendo alla capacità evocativa di condensare al presente un secolo colmo – in arte e quindi nella società complessivamente – di scoperte, perdite, provocazioni e conquiste.
Matteo Innocenti
Arte del XX secolo nelle Collezioni delle Fondazioni Bancarie di Venezia e Pistoia
1910-2010. Un Secolo d’Arte a Pistoia
a cura di Lara-Vinca Masini
1910-2010. Un Secolo d’Arte a Pistoia
a cura di Lara-Vinca Masini