Un’opera unica, dipinta da altri, che non si può mai dire conclusa. La forza e l’azzardo dell’idea segnano una nuova fase nella ricerca di Francesco Carone. A Siena, alla Galleria FuoriCampo…
La tendenza progressiva di Francesco Carone (Siena, 1975; vive a Iesa) ad attenuare il controllo sulla propria opera – come dichiarazione di poetica: l’artista soprattutto scopre e rispetta la bellezza naturale delle cose – nell’ultimo progetto assume un carattere contestualizzato e relazionale. L’effetto è un quadro di ridotte dimensioni con tema la tempesta, intesa nel significato di rigenerazione, dalle qualità specifiche: senza l’intervento materiale dell’ideatore, la tela è stata dipinta in successione, così che una stesura coprisse sempre quella precedente, da altri quattro artisti con lui in rapporto di affinità: Eugenia Vanni, Luca Bertolo, Paolo Parisi e Luca Pancrazzi.
L’idea “genealogica” a fondamento del ciclo di tre progetti, ogni volta come confronto tra generazioni diverse (le precedenti Ozzola/Salvadori e Becheri/Guaita) ha deviato in direzione imprevista: la rinuncia pone in discussione il concetto di autorialità, il rapporto d’ispirazione e di fiducia tra gli artisti, infine la possibilità di acquistare un’opera finita poiché questa, passando ancora in futuro ad altre mani, ogni volta non potrà che rappresentare il proprio superamento.
Si integrano a questo nucleo (in un altro spazio espositivo) alcune riproduzioni di quadri storici con medesimo tema, ma a cui viene sottratto il punto culminante della bufera, e la nota collezione dell’artista di edizioni del Moby Dick.
Matteo Innocenti
(Atribune)
Siena //
Francesco Carone – Genealogia#3
a cura di Ludovico Pratesi
FUORICAMPO
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