“Gli esseri hanno Yin sopra le spalle, e a Yang stanno abbracciati”. Iniziare con una citazione dall’antico testo di Lao Tzu non è una forzatura ai termini del discorso, se consideriamo che il titolo dell’opera di Sophie Whettnall (Bruxelles, 1973) – doppia installazione video presentata alla Galleria Continua – è appunto Excess of Yang.
Momento ulteriore di una serie che si potrebbe definire “tematica” sul ruolo della donna, il lavoro prende a pretesto un’insolita esperienza personale: la diagnosi di un medico cinese, secondo cui la femminilità dell’artista sarebbe disequilibrata da un eccesso di componenti mascoline. L’antefatto ha certamente una carica ironica; d’altronde, non si può negare che le stesse categorie sociali attraverso cui sono segnate le differenze di genere contengano anche una dimensione fantasiosa.
Whettnall interviene proprio in tale parentesi di arbitrarietà, provando a verificare con maggiore autonomia i limiti accettati. Il primo canale video costituisce il centro dell’azione: la partenza da un pit stop mostra l’artista nel ruolo di pilota di auto sportive, mentre il rombo assordante del motore, gli pneumatici fumanti e lo sfondo di alberi in rapidissima successione rendono l’impressione di una corsa solitaria ma molto veloce. Quindi la protagonista è riuscita in un’impresa inaspettata? Ha dimostrato di possedere una capacità che normalmente si definisce maschile? In realtà no, poiché nel flusso delle immagini, d’improvviso cala il silenzio, il volto in primo piano si carica di malinconia e l’inganno viene rivelandosi: la macchina, sospesa ad alcuni centimetri dal suolo, è sempre rimasta immobile. Il secondo canale porta la conferma ulteriore e definitiva: nonostante il sonoro roboante, un piano lungo mostra la pista assolutamente deserta.
L’opera in questione – come altre meno recenti, ad esempio Shadow boxing – attingono in maniera diretta da quel tipo di arte performativa in cui la donna re-sperimenta sul proprio corpo alcuni degli aspetti critici della società e del costume.
L’evidenza del modello non compromette comunque l’intensità del risultato. Innanzitutto perché Whettmann rende meno esplicite le componenti di interattività e violenza che invece caratterizzavano, fino a divenirne la nota più appariscente, le azioni degli scorsi decenni; e poi perché, nel complesso, a emergere è lo stile personale, visibile soprattutto nella manipolazione delle immagini e dunque nella resa spazio-temporale, nonché nel contrasto fra la stravaganza delle situazioni e le espressioni sempre imperturbabili di chi le vive.
Matteo Innocenti
Sophie Whettnall – Excess of Yang
Galleria Continua – Arco de’ Becci
Via Arco de’ Becci e Cugnanesi, 1 – 53037 San Gimignano (SI)
Orario: da martedì a sabato ore 14-19 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 055219432; info@galleriacontinua.com; www.galleriacontinua.com
fonte articolo: Artribune