Mantenendo la formula della doppia esposizione – che prevede la condivisione dello spazio fra autori distanziati da un paio di decadi per nascita, dunque a un livello di maturità un poco diverso – s’inaugura il secondo appuntamento del centro Ex3.
Per uno spunto d’analisi relativo all’installazione di Eva Marisaldi(Bologna, 1966), che occupa la grande sala centrale, si potrebbe ricorrere a una definizione di Jean Baudrillard: “Perfetto è l’evento o il linguaggio che assume il proprio modo di sparizione […] Ogni evento oggi è virtualmente senza conseguenze, si apre a tutte le interpretazioni possibili, nessuna saprebbe fissare il senso: uguale probabilità di tutte le cause e di tutte le conseguenze – imputazione multipla e aleatoria”.
Con mosse lievi ma stranianti, l’artista bolognese interviene dentro un sistema complesso – com’è quello linguistico della nostra società – per trasformare la rigidità dei significati in evocazione: un percorso site specific, disegnato di bianco sul pavimento e costituito da frasi sparse, invita lo spettatore a un cammino che è fisico e mentale insieme. Il corpo si muove seguendo un’induzione alogica, fatto che inevitabilmente comporta una riflessione sull’orientamento spazio-temporale, mentre l’immaginazione personalizza le associazioni proposte dell’artista.
L’ingrediente originale, piuttosto che nella ricognizione sulla percezione – una dinamica ormai abusata -, lo si riscontra nell’imprevista capacità di rivolgimento; nel caso in questione, una primaria impressione ludica muta in prova impegnativa. Ovvero lo schema di linee e cerchi, simile ai disegni col gesso che i bambini tracciano per il gioco della campana o della caccia al tesoro, si rivela un’esortazione a riflettere sul rapporto tra noi, gli altri e la realtà (anche l’ironica coreografia dei tre nastri robotizzati in prossimità dell’entrata è motivo di considerazioni sul luogo espositivo e su come esso viene percepito dall’esterno.)
Il duo svizzero composto da Taiyo Onorato & Nico Krebs (Zurigo, 1979; vivono a Zurigo e Berlino) s’ispira alla tradizione surrealista. Soprattutto nella serie di fotografie analogiche è ricercato, attraverso la resa insolita di oggetti più o meno comuni, un effetto perturbante; non a caso l’apertura, il taglio, la crettatura ricorrono insistentemente. L’oggetto della ricerca si definisce con più precisione nelle opere successive, ed è l’ingannevole arbitrarietà la percezione.
Ma più dell’installazione con piante in libera crescita e vasi a forma di casetta, alla lettera Growhomes, e più di Caravan, proiezione efficace ma inficiata dalla costrizione a cui sono sottoposti vermi e grilli, convince l’anfratto disorientantePsyco Room, una stanza con pareti tappezzate da aberrazioni prospettiche, congiunta per tramite di una piccola finestra, illuminata solo per brevi istanti, a un vano in totale disordine.
Logica e caos, conoscenza appagata e curiosità insoddisfatta: probabilmente da qui, da questo contenitore d’opposti, deriva il titolo generale, Tutto incluso.
Matteo Innocenti
Eva Marisaldi – Grigio nonlineare
Tayo Onorato & Nico Krebs – Tutto incluso
a cura di Lorenzo Giusti e Arabella Natalini
Ex3 – Centro per l’Arte Contemporanea
Viale Giannotti 81 – 50126 Firenze