Lo spazio abbacinante è contrastato da pochi elementi d’arredo, neri perché in stato di carbonizzazione. Può entrare una sola persona alla volta. È l’ultimo tassello della complessa indagine di Gian Maria Tosatti sulla presenza e sulla memoria. Alla Tenuta dello Scompiglio, a Lucca.
Le considerazioni sugli intenti della mia prima comunione restano lettera morta, serie di installazioni site specific di Gian Maria Tosatti (Roma, 1980) con tema l’incontro tra memoria individuale e collettiva, prosegue con Spazio#06 in occasione dell’inaugurazione del nuovo ambiente performativo ed espositivo della lucchese Tenuta dello Scompiglio.
Un salotto estratto dal flusso temporale e ricomposto in una dimensione sospesa – la mobilia è carbonizzata fino al punto limite della propria dissolvenza – diventa d’ispirazione allo scorrere dei ricordi: e proprio in questa vitale contraddizione, di una presenza che contemporaneamente richiama la concreta eventualità dell’inesistenza, si attiva la partecipazione tra artista e osservatore, in nome, pur nella diversità dei trascorsi, dell’affinità delle esperienze umane. La ricerca di Tosatti si pone come una tra le più interessanti dello scenario giovane artistico italiano.
Matteo Innocenti
(Artribune)
Lucca //
Gian Maria Tosatti – Spazio#06
a cura di Angel Moya Garcia
TENUTA DELLO SCOMPIGLIO
Via di Vorno 67
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