Il titolo una stanza/fuori luogo è da intendersi letteralmente, quale tentativo di trasporre, negli interni di un diverso spazio, l’ambiente di una precedente installazione. Margherita Moscardini (Piombino, Livorno, 1981; vive a Bologna e Cecina, Livorno) nel 2008 presentòTerza Stanza, una parete fittizia sulla cui strombatura poggiava una lampada accesa verso l’esterno: opera che era insieme punto d’esplorazione e stimolo d’indagine sulle possibili definizioni del paesaggio. Adesso, per la Galleria SpazioA, step seguente a Uscita Pistoia, l’artista recupera le forme del passato intervento e le ri-attualizza, togliendo grosse porzioni a due delle pareti in cartongesso appartenenti al luogo espositivo e componendo le stesse in una struttura d’intricata geometria.
In entrambi i casi è stato modificato lo spazio con un intervento che, sebbene denso di conseguenze, tende a nascondersi: per ogni nuovo visitatore la prima versione di Terza Stanza poteva corrispondere alla vera conformazione della sala; la seconda versione, invece, può ora significare la naturale evoluzione dell’architettura ospitante.
In entrambi i casi è stato modificato lo spazio con un intervento che, sebbene denso di conseguenze, tende a nascondersi: per ogni nuovo visitatore la prima versione di Terza Stanza poteva corrispondere alla vera conformazione della sala; la seconda versione, invece, può ora significare la naturale evoluzione dell’architettura ospitante.
Volendo portare al limite un’analogia che l’autrice riferisce al proprio agire, cioè il parallelo tra permanenza e scomparsa, si sconfina nell’ambito delle forze naturali: un foro tra il dentro e il fuori è erosione, una parete spostata e soprammessa è vento.
Tale coerenza espressiva, confermata dall’intenzione futura di progettare nello stesso luogo un nuovo e permanente ordinamento dell’installazione – che diverrebbe quindi un fattore a disposizione di ogni artista esposto – chiarifica il metodo deduttivo messo in atto da Moscardini: non un insieme di opere eterogenee ricondotte successivamente a unità, piuttosto un forte assunto di base che trova, nella variabilità delle coordinate, declinazioni differenti. Come una formula matematica o fisica, che contempla risultati mutevoli in conseguenza delle assegnazioni alle variabili, senza per ciò mutare la propria intima struttura. Un elemento deciso, questo rigore, che mai condiziona negativamente il risultato: la lucidità delle opere ha finora sopravanzato ogni rischio di tautologia o monotonia.
Note di maggior vaghezza le si riscontrano, ancora, nell’uso della luce a integrazione dei lavori; tant’è che potremmo supporre una più precisa definizione di essa quale componente centrale dei prossimi sviluppi. Sarà assolutamente interessante assistere alla prosecuzione di questo discorso che, caratteristica odierna rara, concilia con estrema naturalezza componenti concettuali ed emotive.
Matteo Innocenti
Margherita Moscardini – una stanza/fuori luogo
a cura di Roberto Daolio
SpazioA ContemporaneArte
Via Amati, 13 (centro storico) – 51100 Pistoia
a cura di Roberto Daolio
SpazioA ContemporaneArte
Via Amati, 13 (centro storico) – 51100 Pistoia