Fuori del turbinio delle sperimentazioni tecniche e formali continuamente operate dalla fotografia di moda, vi è un fattore residuale in grado di restare estraneo a ogni tentativo dissacratorio: è l’immaginazione della morte. Certo, non è difficile comprendere i motivi di tale idiosincrasia, poiché in qualsiasi modo si voglia intendere il fine della forma espressiva in questione – cioè come invito alla libertà o come invito agli acquisti – comunque bisogna presupporle l’esistenza di un’umanità giovane, bella e agiata: caratteristiche che s’accordano necessariamente a un’idea di vitalità.
C’è però nel passato una specifica eccezione, rilevante soprattutto ora che le situazioni “costruite” per la pubblicità glamour – in alternanza misteriose, trash, orgiastiche – per eccesso stanno diventando stereotipate quanto il ritratto di un uomo medio. L’occasione di riscoperta è data dal Lucca Digital Photo Fest, che tra le mostre di spicco dell’attuale edizione presenta appunto In memory of the late Mr. and Mrs. Comfort.
Occorre tornare al 1995 quando Richard Avedon (New York, 1923 – San Antonio, 2004), a conclusione di un percorso che ne ha decretato maestria e successo, abbandona gli splendori dell’universo moda. L’autore, che con incidenza eccezionale ha contribuito al rinnovamento del genere dal secondo dopoguerra in poi, inaspettatamente sentenzia la fine delle proprie creazioni, come un’antica divinità che decida di riprendersi la vita da sé generata.
L’idea risolutiva è perentoria: uno scenario apocalittico, una modella dai tratti molto decisi e, colpo di scena, un lugubre scheletro in sostituzione dell’uomo. Ecco che vita e morte sono costrette a fronteggiarsi e raffrontarsi, nello svolgersi di una strana danza, i cui passi restano sospesi fra surrealtà e incubo. Nota costante degli scatti, il riferimento all’effimero, alla ineludibile marcescenza a cui è destinata ogni cosa, anche la più bella. Dunque la moda, lungi dall’essere un elisir d’esistenza perenne, viene svelandosi come artificio totale.
Se l’analisi di Avedon raggiunge risultati estetici d’alto livello, e se merita assoluto rispetto per la perizia e la meticolosità con cui è svolta, tuttavia non centra il proprio obiettivo. Ovvero la storia di Mr. and Mrs. Comfort non riesce a essere una rivoluzione, ma una giustapposizione: la morte non diviene vera protagonista, è semmai la moda a penetrare negli ambiti dell’oscura signora e ad aggraziarne l’aspetto.
Il peccato originale che inficia l’operazione è lo stile: il fotografo non sa rinunciare alla composizione, alle pose, alle luci calibrate, e soprattutto al fascino dei bellissimi abiti. Perciò, invece di compromettere il genere, in quell’occasione lo si rinvigorì, spingendone di un tratto più in là il limite consentito.
Matteo Innocenti
Richard Avedon – In Memory of the Late Mr. and Mrs. Comfort
Palazzo Ducale
Via Carrara, 1 – 55100 Lucca
Orario: tutti i giorni ore 10-19.30