Studi individuali a disposizione degli studenti per realizzare i loro portfolio, visiting professor di alto livello, sinergia con le gallerie e l’artworld circostante. Un immaginario quasi utopico, pensando alle nostre Accademie. Certo, se di mezzo ci si mette una famiglia che di nome fa Getty, allora il discorso cambia. Un primo assaggio domani 24 settembre, con l’inaugurazione.
Il momento iniziale è la fondazione nel 2004, da parte di Miriam Grottanelli, della Siena School for Liberal Arts, scuola che offre un programma multidisciplinare a studenti provenienti dai più importanti college americani. Grazie al supporto economico di Paul Getty III, membro da poco scomparso di una famiglia di petrolieri e mecenati statunitensi, l’attenzione che già allora era riservata all’arte diventa ragione principale nella nuova esperienza del Siena Art Institute: un centro di formazione da intendersi in senso lato, finalizzato, oltre che al conseguimento di titoli undergraduate epostbaccalaureate, alla scoperta di nuovi talenti e alla creazione di un rapporto effettivo fra l’istituto e la città toscana. I corsi sono soltanto una componente di un insieme più vasto, che prevede residenze d’artista, iniziative specifiche rivolte alla comunità, l’accessibilità dei programmi ai non udenti (la sede è la stessa che ha ospitato, nel passato, una celebre struttura per l’educazione dei sordi).
Si tratta quindi di un progetto complesso, come spiega la direttrice: “Il nostro intento è quello di combinare l’impegno per una formazione accademica di alto livello con la volontà di fare dell’arte un’esperienza che unisce, crea relazioni e comunica con la società. In questo senso la nostra attività si concentrerà molto sulla promozione di progetti art for social change e sull’impegno per una piena accessibilità all’arte”.
Le intenzioni concrete che animano il Siena Art Institute richiamano per contrasto l’insufficienza della maggior parte delle accademie italiane: “Lavoreremo molto perché non ci sia una frattura tra mondo accademico e mondo artistico. Chi ci sceglierà avrà a disposizione uno studio in cui lavorare a un proprio portfolio, e condividerà gli spazi con visiting artists già affermati, a cui verrà richiesto di esprimersi criticamente sul lavoro di ciascun studente. È una formula molto originale per l’Italia, che abbiamo scelto perché vogliamo non solo educare all’arte, ma formare gli artisti di domani”.
Considerando la fine dell’esperienza del Palazzo delle Papesse e l’irregolarità espositiva di Santa Maria della Scala, situazioni che hanno lasciato Siena priva di uno spazio istituzionale dedicato all’arte contemporanea, è naturale domandarsi il ‘posizionamento’ dell’istituto. “Il nostro obiettivo è sia di lavorare come realtà espositiva autonoma, sia di costruire sinergie con gallerie e altre realtà cittadine. Quello che vogliamo è dare il nostro contributo alla nascita di un circuito virtuoso”.
L’attività formativa inizierà a gennaio 2012, con corsi, tra gli altri, di disegno, pittura, scrittura creativa, media digitali, fotografia, restauro libri. “Una parte degli artisti in residenza” continua Miriam Grottanelli “arriva a Siena su invito diretto del Siena Art Institute, che attraverso contatti internazionali individua una rosa di personalità di spicco. Un comitato di selezione garantisce la massima qualità e varietà di provenienze. È comunque possibile candidarsi direttamente attraverso il sito; questo perché vogliamo dare anche ad artisti meno noti, ma non meno talentuosi, l’opportunità di vivere la nostra esperienza”.
Non resta che attendere l’inaugurazione, domani sabato 24 settembre. “Una giornata di mostre, laboratori, reading e performance, per celebrare l’arte come esperienza unificante aperta a tutta la comunità”, conclude la direttrice. A fare da perno della giornata, Drawing Connections, ovvero una mastodontica installazione di “arte collaborativa” composta da oltre un migliaio di cartoline spedite, dai quattro angoli del mondo, da artisti d’ogni Paese.
Matteo Innocenti
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #2