VIS à VIS – Fuoriluogo 21
Artists in Residence Project
a cura di Silvia Valente
MAFALDA (CB) _ artista in residenza _ ROBERTO MEMOLI Some events and phenomena
a cura di Matteo Innocenti
La storia di Mafalda ha origini remote; i primi insediamenti all’inizio dell’era cristiana divennero consistenti dopo il Mille, seguiti da secoli di feudalesimo e signoria che hanno conformato il territorio, in prevalenza agricolo, e la sua struttura sociale fino al periodo recente. In questo lungo corso c’è stato un passaggio che sembra aver lasciato tracce più profonde, e se ne capiscono le ragioni. Alle metà del XV secolo un fenomeno di portata eccezionale causò l’abbandono del vecchio sito di Ripalda (tale, allora, il nome del paese) e lo spostamento degli abitanti nell’attuale: da un punto di vista storico l’evento è fatto coincidere con il terremoto che nel 1456 colpì gran parte del meridione italiano distruggendo centinaia di paesi e mietendo migliaia di vittime (nello stesso periodo, le stesse zone, venivano minacciate da incursioni saracene e dalla trasmissione della malaria). Nella memoria delle persone locali – memoria a cui si associano senso di appartenenza, immaginazione e gioco – la causa però viene più volentieri rimandata a una “invasione” di grandi formiche (topos ricorrente anche in altri luoghi).
Tale episodio, di forzata partenza, si potrebbe relazionare – almeno in modo simbolico – a un processo caratteristico degli ultimi decenni e tuttora in atto, in tanti paesi del Molise e di altre regioni: lo spopolamento soprattutto di giovani che per varie ragioni, in primis economiche, non trovano nei luoghi di origine prospettive per il futuro.
Potremmo dire che la “formica”, con il suo corpo e la sua ombra, è sempre presente quanto imprevedibile. Oltre le contingenze storiche essa è il fattore che in senso positivo e negativo interrompe lo svolgersi abitudinario delle cose, porta trasformazione, esige una reazione. Grande lavoratrice che agisce talora in modo evidente, talora in modo oscuro.
È proprio questa l’immagine, significativa, scelta da Roberto Memoli come corrispettivo di un’intuizione iniziale – è arrivato nella seconda parte di agosto quando in paese la presenza di persone prendeva a diminuire – e verificata da una serie successiva di approfondimenti e riflessioni.
La formica in quanto fattore con cui ognuno (nonché la collettività nel suo insieme) ha da confrontarsi per definire l’avvenire: che cosa sta accadendo? il segno di sottrazione in questi piccoli centri è irreversibile o da tale movimento risulterà qualcosa di inaspettato?
Roberto Memoli ha “tradotto” tale immagine, eloquente per la comunità, a livello proiettivo e fisico. Prima ha rielaborato la mappa catastale di Mafalda applicandovi sopra la forma dell’insetto, ottenendo più versioni stampate con tecniche differenti (di cui una è un banner in pvc molto ingrandito rispetto alle dimensioni originali del documento). I punti di “contatto” tra la formica e il territorio, risultanti dal lavoro grafico, sono poi stati realizzati davvero nelle strade: circonferenze bianche dislocate fino ai margini perimetrali del borgo, che di notte si illuminano tramite l’applicazione di una vernice fluorescente – evocando così una costellazione, da scoprire, o un insieme di rapporti.
Infine un’installazione sonora, la cui traccia è un’elaborazione del fluire di acqua all’interno della grande cisterna paesana; anche in questo caso riprendendo un elemento della tradizione, tra realtà e mito, che narra come durante la traslazione verso Palmoli del corpo di San Valentino (patrono locale), dall’orma di un bue trainante, in territorio mafaldese, fosse sgorgata una sorgente.
Tutte le opere realizzate al termine della residenza ricorrono quindi alla memoria, considerata come una materia in perenne trasformazione, sottoposta a processi sia di perdita che di acquisizione. Così vale anche per la scelta del luogo espositivo, il palazzo storico al centro della piazza principale, nel suo interno parzialmente allo stato grezzo per i lavori di ristrutturazione: che potrà diventare nuovo edificio di incontro e di cultura.